Alcuni
solo con il cannocchiale, come il picchio dalla testa rossa in alto
sulle cime dei Larici o le mucche che pascolavano sulla collina di
fronte, altri ancora solo occasionalmente durante le passeggiate. Ma
due animali siamo riusciti ad osservarli da molto vicino.
Entrambi
li abbiamo conosciuti il primo giorno che siamo arrivati, abitavano
già lì sul nostro terrazzo, ma mentre il primo di cui vi
parlerò ci ha subito colpito per la sua bellezza, il secondo aveva
quasi rischiato di venir catapultato giù dalla ringhiera per lo
schifo.
Ma
andiamo con ordine e presentiamoli uno per volta.
Il
primo è stato un uccello detto Codirosso, in realtà una coppia
di uccelli. Hanno subito richiamato la nostra attenzione per la loro
bellezza, per il loro richiamo penetrante e per la loro presenza
frequente sui nostri alberi con del cibo in bocca.
Ben
presto abbiamo scoperto che avevano nidificato nella piccola casetta
di legno che il nonno aveva costruito tanti anni prima proprio per
quello scopo. Facendo attenzione ai particolari anche i bambini dopo
poco hanno cominciato a distinguere il maschio (decisamente più
bello!) dalla femmina.
Visto
che continuavano a fare la spola con del cibo in bocca tra il nido e
il bosco abbiamo dato per scontato che ci fossero dei pulcini nel
nido da nutrire, e infatti dopo qualche giorno siamo riusciti ad
identificare anche il loro verso, poco più di un cicaleccio, che
risuonava ogni volta i genitori si allontanavano.
Poi un
giorno non c'erano più.
Ci
siamo rimasti molto male, ci eravamo illusi di riuscire a vedere come
i piccoli avrebbero spiccato il volo, e invece devono averlo fatto
proprio in due giorni che siamo stati un po' assenti da casa per
varie gite in alta montagna. Peccato! Speriamo di avere più fortuna
in futuro.
Il
secondo animale è stato un ragno!
Si è
salvato per miracolo dalla mia furia aspirapolvericida con la quale
ho aspirato tutti i ragni presenti in casa e anche molti fuori sul
terrazzo intorno all'ingresso.
Migliaia
di ragni e poi c'era lui, diverso dagli altri, con la sua magnifica
ragnatela in un angolo del terrazzo che mi ha visto arrivare con la
scopa in mano e guardandomi con sfida non è indietreggiato di un
millimetro.
Da un
lato mi ha colpito la sua bellezza che speravo i bambini avrebbero
apprezzato, dall'altro lato avevo la paura di sentire un "crack"
sotto la mia ciabatta se avesse cercato di scappare dalla scopa e io
avessi dovuto schiacciarlo, e infine il ragionamento di mio padre,
che non fa una piega, secondo il quale alcuni ragni bisogna pur
lasciarli perchè servono come antidoto naturale contro le
zanzare...e così il ragno è rimasto al suo posto.
E'
stato interessante notare le reazioni dei bambini che
lentamente dal "Mamma, che schifo un ragno!" pian piano
sono passati ad esclamazioni entusiaste tipo "Corri mamma, ho
visto benissimo come il ragno fa la sua tela!".
Effettivamente
è incredibilmente affascinante osservare come il ragno con le sue
zampette posteriori maneggia rapidissimamente il filo sparato fuori
dal suo di dietro.
Poi vedere con che precisione millimetrica la dispone, osservare con che attenzione lui stesso non tocca i fili appiccicosi ma si cala dall'alto per acchiappare i malcapitati finiti dentro la tela e con quale rapidità li avvolge in un bozzolo per poi cibarsene (e qui non entro nei dettagli per non creare disgusto!)
Poi vedere con che precisione millimetrica la dispone, osservare con che attenzione lui stesso non tocca i fili appiccicosi ma si cala dall'alto per acchiappare i malcapitati finiti dentro la tela e con quale rapidità li avvolge in un bozzolo per poi cibarsene (e qui non entro nei dettagli per non creare disgusto!)
A
volte li ho trovati tutti e tre in piedi su una sedia ad osservare
questo spettacolo della natura!
La
cosa che però più di tutte mi ha colpito personalmente è la
pazienza del ragno. Quasi ogni sera la sua tela, quella alla
quale ha lavorato per tanto tempo, quella degna dei migliori
ingegneri umani, è stata distrutta dal vento.
E ogni
nuovo giorno lui l'ha ricostruita. Nello stesso posto, della
stessa grandezza, identica nella trama. Che grande lezione di vita.
Perché
così spesso la pazienza e la costanza ci vengono a mancare?
E ora
quando di nuovo lavo i piatti, di nuovo spazzo il
pavimento, di nuovo stiro i panni penso tra me e me: "Se
ce la fa lui a ricominciare ogni santo giorno rifacendo lo stesso
lavoro senza lamentarsi, perchè non dovrei farcela anche io?".
Cerco
di fare del mio dovere il mio passatempo preferito, cerco di farlo
con piacere, con precisione e con cura meticolosa nei dettagli...e
ogni nuovo giorno da capo, con la stessa passione del giorno prima.